Meditazioni sul cerchio
A giugno, l’artista è invitato a esporre a documenta 7, rassegna internazionale che si tiene ogni cinque anni a Kassel, in Germania. Per scelta del curatore Rudi Fuchs, la manifestazione non ha un titolo né un tema, avendo come obiettivo quello di rappresentare l’arte contemporanea senza incasellamenti. [...] Salvadori sceglie di presentare le opere esposte da Ala all’inizio dell’anno, con l’aggiunta di una grande opera pittorica, Senza titolo, 1982, ulteriore meditazione attorno alla tematica dei cerchi in movimento simultaneo, e di Cerchio, 1982. Esposto qui per la prima volta, Cerchio è composto dalla parte esterna di un tamburo berbero appartenuto all’artista, rotto durante una serata di festa, contenente due ritagli di tela sovrapposti, e da un pennello con la punta colorata di rosso inserito in un foro nella struttura del tamburo e convergente verso il centro. L’elemento interno formato dai due ritagli di tela, con un intervento in foglia d’oro su quello di forma ellittica, più piccolo, sovrapposto all’estremità superiore di quello semicircolare, più grande, è un primo rimando alla figura che successivamente sarà chiamata “tazza”.
(Laura Conconi, Maria Corti, "Cronologia", in Remo Salvadori, a cura di Antonella Soldaini, Skira, Milano 2025, pp. 184-185)
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