Una coscienza del formare
"Seppur la superficie cambi, la forma quadrata rimane costante, cosicché i giochi di forme e di piegamenti che l'artista intraprende, con modo energetico e dinamico, quanto il procedere delle aperture assumono varianti infinite. Di fatto questa sua vitalità interiore è la sua 'anima', la manifestazione di una coscienza del formare, bidimensionale e tridimensionale, che si traduce in articolazioni visuali ricche e complesse. I 'vuoti' che si aprono Nel momento sono testimonianza delle possibilità infinite del fare arte. Qui prende il volo l'enunciazione astratta del tempo quanto dello spazio, quasi in termini naturali e organici, partecipi dell'artefatto quanto dell'artefice. Un'osmosi tra processo concettuale e concreto, che supera il dilemma schematico tra materialità e immaterialità."
(Germano Celant, Una cerimonia di momento in momento, in Germano Celant, Remo Salvadori, Electa, Milano 2010, p. 8)
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